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Ritratto di Lucrezia Omodei Arese

1650

Il ritratto della gentildonna viene probabilmente dipinto per essere posto a dialogare con la prima versione dell’effige del Conte Bartolomeo III Arese (1610 – 1674), senatore e presidente del Magistrato ordinario (1641), eseguita da Carlo Francesco Nuvolone (1608/9 – 1661/2) intorno al 1650. Le identiche dimensioni delle tele e le cornici dello stesso modello in cui sono inserite testimonierebbero la volontà dei coniugi di avere i due ritratti in coppia. Non menzionati negli inventari dei beni di Palazzo Arese Borromeo, con ogni probabilità trovavano collocazione nella dimora milanese di famiglia in Corso di Porta Vercellina (oggi Palazzo Litta in Corso Magenta).

La vicenda collezionistica del quadro, giunto a Palazzo dal mercato antiquario, e l’inconfondibile stile del pittore consentono, quasi certamente, di riconoscere nella gentildonna rappresentata la Contessa Lucrezia Omodei Arese (1612 – 1687), vedova di Cesare Visconti Borromeo, poi sposa del Conte Bartolomeo III Arese nel 1634.

La donna è ritratta a mezza figura, in postura di tre quarti. Il sapiente uso della luce fa emergere gli elementi caratterizzanti del volto, dai toni grigio perlacei riscaldato da ombreggiature rosate, che riflettono il carattere dell’effigiata: la sottile bocca accenna un sorriso mettendo in rilievo il labbro inferiore, il naso lievemente aquilino e i grandi occhi scuri che, con sguardo intenso, osservano chi sta di fronte. La mano destra sfiora delicatamente il pomo dorato dello schienale di una sedia, la sinistra si lascia cadere sul fianco nell’atto di sostenere mollemente la ricaduta della gonna. Il viso è incorniciato da un’acconciatura ricciuta e gonfia alla moda spagnola, probabilmente una parrucca, dalla quale si scorgono i preziosi orecchini. Al collo indossa un elegante giro di perle, così lucide da sembrare di cristallo.

In alto a sinistra, un lembo di tenda rossa fa da quinta, sostenuta da un cordone con fiocco rosso. Lo sfondo dietro alla dama si rischiara mettendone in risalto la nobile figura. A conferire un aspetto improntato ad una misurata severità, è l’abito nero coronato da un collo rialzato di leggero merletto e mussola sostenuto probabilmente da una sottile struttura metallica. Il corpetto è segnato al centro da un ricamo argentato completato da gruppi di tre bottoncini, probabilmente di argento, disposti a zig-zag. All’attaccatura della gonna il corpetto si allarga infuori con una falda anch’essa ricamata e terminante a punta. Sopra al corpetto si posa la veste-mantello con le ampie maniche aperte sottolineate all’attaccatura da spallini ricamati. Anche i bordi delle maniche aperte sono decorati da un ricamo a cui si accostano distanziati gruppi di tre bottoncini in argento.

IL RESTAURO

Nel 2025 il Ritratto di Lucrezia Omodei Arese è stato sottoposto a restauro. Dopo indagini condotte con lampada a radiazione ultravioletta, la superficie pittorica è risultata coperta da ridipinture estese e da uno spesso strato di vernice ossidata, che ne alterava la percezione cromatica. Dopo la rimozione degli interventi pittorici invasivi causati da precedenti restauri, il ritocco pittorico è stato condotto con la tecnica del “mimetico”, limitato esclusivamente alle zone di effettiva mancanza, utilizzando pigmenti extrafini e leganti a base di resine sintetiche reversibili. La verniciatura finale è ricaduta su una finitura satinata, capace di saturare le campiture cromatiche senza generare eccessivi riflessi di luce, al fine di garantire una visione ottimale dell’opera.

LA NUOVA COLLOCAZIONE DEI DIPINTI

Collocati sin dal loro arrivo a Palazzo nella Sala dei Fasti Romani, in accordo con la Soprintendenza ed in occasione del restauro, è stato pensato il ricollocamento in uno spazio più consono ad accogliere in modo permanente i ritratti dei due coniugi. La scelta è ricaduta sulla stanza di passaggio alla Loggia poiché intonacata al civile: il suo fondo neutro ed uniforme rende possibile la piena e totale valorizzazione delle opere, consentendo ai visitatori di godere della loro bellezza senza distrazioni. Tale spazio, inoltre, si trova nell’Ala Sud di Palazzo in cui, all’epoca della costruzione, trovavano collocazione le residenze private degli uomini Arese. In particolare, la stanza di passaggio alla Loggia costituiva l’appartamento privato del Conte Bartolomeo III. Il nuovo ricollocamento, oltre che per ragioni di sicurezza e di fruibilità delle opere, si rende ancor più una scelta ottimale in quanto strettamente connesso alla vita privata del padrone di casa e ricco di significato storico.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Corrente artistica
Barocco
Tecnica
Olio su tela
Misure
Larghezza (cm): 100 Altezza (cm): 112
Date di restauro
02/10/2025
Collocazione
La loggia Anticamera prima della Loggia Palazzo Arese Borromeo

Ultimo aggiornamento: 03-11-2025 09:11

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